Può un’onda conoscere il mare?

alex9997   9th August 2016   Comments Off on Può un’onda conoscere il mare?

È strano, ma dopo aver cercato per tanti anni la conoscenza oggettiva nelle scienze esatte, sono arrivato alla conclusione che la più fondamentale delle conoscenze è l’autoconoscenza: accedere al mistero della natura umana. Tutto parte di lì; le stesse scienze della natura non sono altro che il rapporto dell’uomo con il cosmo in cui è immerso. In questo percorso il passo più difficile è superare il livello psicologico, ingombro di relitti che facilmente vengono scambiati per degli assoluti, ma il vero Assoluto è oltre.

Nessuno è avvantaggiato in questa ricerca, poiché non si tratta di partire da una base di precedenti acquisizioni – come nella ordinaria conoscenza – ma anzi di smantellare ogni ostacolo culturale e psicologico che possa intralciare la caduta nelle profondità interiori. Il più geniale ricercatore sarà allora il più spregiudicato, quello che riesce a riconoscere la contingenza e l’inautenticità anche di quegli aspetti che a tutti gli altri sembrano essenziali e costitutivi.

È la consapevolezza il più grande dei misteri; la sua origine, la sua natura, il suo rapporto con il corpo… tutto ciò è la sfida estrema per la mente: in una parola, vedere sé stessa. La consapevolezza colora di significati un mondo altrimenti popolato di fantasmi grigi ed evanescenti, addirittura potrebbe essere la fonte stessa dell’esistenza.

Non vi è altro modo per indagare il mistero della consapevolezza che la meditazione. Qualsiasi accesso discorsivo e razionale al problema è infatti destinato al fallimento, dato che crea necessariamente una separazione tra osservatore e fenomeno, dissolvendo così la soggettività che è il fenomeno stesso.

L’uomo – come qualsiasi altro ente – è solo una manifestazione parziale del divenire cosmico unitario. Noi non siamo altro che processi, dinamiche all’interno del Tutto, senza una vera e propria individualità (che non sia quella soggettiva assegnata da noi a noi stessi), e non possiamo dirci “ente” o “individuo” più di quanto possa farlo un’onda indipendentemente dall’oceano sulla cui superficie appare e si dissolve nell’arco di un respiro di vento. L’idea di stabilità e permanenza che associamo al corpo è pura illusione, ma il sé – la complessa costruzione psicologica con cui erroneamente identifichiamo noi stessi – è scosso e turbato da questa intuizione, mentre molto più in profondità, alla radice della mente, l’io-sono forse l’ha sempre saputo.